QUERELLE TRA I PARROCCHIANI DEL CENTRO STORICO ED IL PARROCO DON ANGELO SULLA MANCATA PROCESSIONE DEL RITORNO DI SAN CATALDO IN CATTEDRALE




CARIATI – I fedeli della Parrocchia San Michele Arcangelo, la magnifica cattedrale del centro storico, dichiarano apertamente guerra al loro sacerdote, Don Angelo Pisani, reo di aver infranto una secolare tradizione legata allo speciale culto per San Cataldo, il vescovo irlandese del VII secolo, compatrono e protettore di Cariati, destinatario di una venerazione collettiva sconfinata.
Insomma, San Cataldo, lungi da ogni interpretazione blasfema, a Cariati è una vera star, tanto che il suo culto è rimasto immutato nei secoli.
Ma veniamo ai fatti: tradizione esige (ed alle tradizioni i cariatesi sono particolarmente attaccati) che il 10 maggio la statua del taumaturgo (scolpita nel 1726 da artisti di scuola napoletana) venga portato in processione fino alla cappella a lui dedicata, appunto in contrada San Cataldo, in riva al mare, meta di migliaia di fedeli, sino alla domenica successiva al Corpus Domini, quando è riaccompagnato solennemente in Cattedrale.
Quest’anno deve esserci stato qualche intoppo e la processione “di ritorno” slitta a data da precisarsi, sicché enorme è stato lo stupore e lo sgomento dei credenti allorquando l’altra mattina si sono accorti che la statua del Santo era lì, al suo posto, in San Michele Arcangelo: chi è stato a portarcela?
La notizia vola di bocca in bocca; i fedeli protestano vibratamente: “Come si sono permessi di ricondurre qui San Cataldo senza la tradizionale processione?”.
C’è qualcuno, che, magari per sdrammatizzare la situazione, grida al prodigio: “Il Santo Navigatore ha fatto il miracolo. Stanco di starsene nella cappella sulla spiaggia, si e animato ed è tornato quassù, al fresco”.
Ma non c’è proprio da ridere, perché ai cariatesi puoi chiudere l’ospedale, la stazione ferroviaria, le poste, l’ufficio Enel; puoi mettere loro sotto il naso una discarica o un inceneritore che mantengono sempre e comunque una calma ferrea, al limite dell’indifferenza.
Ma toccare San Cataldo, questo non si può.
Don Angelo Pisani d’altra parte replica: “È chiaro che sono stato io a rimettere la statua al suo posto in Cattedrale, e non l’ho fatto di nascosto ma informando il mio Vescovo. Il fatto è che tutti i giorni c’era qualcuno che mi chiedeva con insistenza quando sarebbe ritornato San Cataldo nel centro storico e, considerato che alle processioni, che faccio sempre con piacere, partecipano pochissime persone (l’anno scorso eravamo una decina) penso di aver operato nella più perfetta correttezza verso i miei parrocchiani e la Chiesa”.


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