IL PINOCCHIO PETRAMALE CONTINUA A DIRE BUGIE SULL’OSPEDALE DI CARIATI ANCORA UNA VOLTA SIAMO STATI BUGERATI NONOSTANTE I CONTINUI VIAGGI DELLA SPERANZA
CARIATI – Se l’assurda vicenda dell’ospedale civile di Cariati fosse una fiaba, il direttore generale dell’azienda sanitaria provinciale, Franco Petramala, potrebbe seriamente concorrere con il Pinocchio di Collodi, giacché ieri sera ha ribadito la conversione del “Cosentino” ad indirizzo medico-riabilitativo con posti letto per acuti.
Granitico ed indifferente alle cannonate che gli esplodono quotidianamente, il Petramala, per l’ennesima volta, garantisce un occhio particolare e discreto al nosocomio cariatese dinanzi al sindaco Filippo Giovanni Sero; a Francesco Boccia (rappresentante del comitato popolare); a Sergio Salvati (Cgil); a Matteo Cesarano (Cisl) e all’assessore provinciale Leonardo Trento.
Si tratterebbe di garanzie da prendere con le pinze, se è vero che “il piano di ristrutturazione, il quale dovrà necessariamente integrare il piano di rientro, sempre che questo venga approvato dal governo, non potrà che essere sostanzialmente affidato alle aziende provinciali”.
Il leader maximo Petramala ha comunque riconfermato che “il progetto di ristrutturazione della prima sala operatoria è stato inviato alla Stazione Unica Appaltante per dar luogo alla gara di appalto; il personale sanitario professionalmente qualificato (un medico, un fisioterapista di riabilitazione e uno psicologo) verrà in tempi brevissimi trasferito nel nuovo reparto di geriatria adottando i necessari provvedimenti di mobilità interna; è già stato programmato l’acquisto della Tac; è già in programmazione la ristrutturazione dell’altra ala del quarto piano ove è allocato il reparto di geriatria affinché i posti letto possano essere aumentati a 22; in merito al reparto di riabilitazione intensiva si dovrà operare in concomitanza con il piano di ristrutturazione, da adottare entro novanta giorni dall’approvazione del Piano di rientro”.
Fandonie?
Filippo Giovanni Sero, che non si lascia infinocchiare, con diplomatica indignazione ci dice: “Pur apprezzando l’impegno dei vertici sanitari, lamento l’eccessivo torpore con il quale procede l’attuazione degli impegni assunti solennemente dallo stesso Petramala innanzi al prefetto. Una rilassatezza che ci preoccupa rispetto all’effettiva attuazione di tali impegni, con conseguenze facilmente immaginabili sulla tenuta dell’ordine pubblico. In un momento di transizione e di riorganizzazione generale della sanità calabrese, come quello che attraversiamo, in cui nulla appare definito, è, in ogni caso, doveroso e necessario tenere letteralmente alta la guardia per evitare le classiche brutte sorprese”.
Lapidario e amaro è Matteo Cesarano: “Il piano di rientro prevedeva la riconversione di 18 presidi ospedalieri che, ci hanno comunicato, sono scesi ad 8, tra cui c’è pure Cariati. Negli altri 10, trasformati in corso d’opera, e comunque nel tragitto infinito tra Calabria e Roma, non si tocca nulla. La maggior parte di queste strutture, tutte nella Piana di Gioia, sono assurte agli onori della cronaca nazionale per l’incredibile spreco che producono. E se tanto mi da tanto, non c’è altro modo che scappare da questa dolente Calabria”.