OSPEDALE: IL CIELO DIVENTA SEMPRE PIU’ BLU, LA SPERANZA RITORNA NONOSTANTA ANCORA CI SONO MOLTE REMORE – DOPO L’INCONTRO CON IL PREFETTO E IL CONSIGLIO COMUNALE CONFERMATE LE PROMESSE FATTE AL NOSTRO SITO DA PETRAMLA






CARIATI – Sembra che il futuro dell’ospedale “Vittorio Cosentino” da oggi in poi sia più roseo.
È quanto emerge dal consiglio comunale straordinario ed urgente, allargato ai sindaci del territorio è convocato presso il Teatro comunale per discutere di sanità pubblica e riferire circa l’esito della “missione” cosentina di ieri presso la prefettura del capoluogo.
Al Palazzo di Governo si è recato il primo cittadino Filippo Giovanni Sero; i sindacati di categoria Bombino (Rdb – Cub), Cesarano (Cisl), Salvati (Cgil), Antonino Bonura, rappresentanza della regione; l’assessore provinciale Leonard Trento e, per l’Azienda sanitaria il direttore generale, Franco Petramala, ed il direttore sanitario, Antonello Scalzo.
Coordinati dal Prefetto Melchiorre Fallica, si è addivenuti finalmente ad un accordo che pare soddisfare le parti, tranne il sindacalista Raffaele Bombino il quale non si è rifiutato di sottoscrivere il verbale perché rimangono, a suo parere, da sciogliere ancora nodi cruciali per tenere davvero in vita l’ospedale, come, ad esempio, la presenza di medici anestesisti senza i quali si pongono problemi estremamente seri in ordine all’emergenza urgenza garantita dal pronto soccorso.
I rappresentanti cariatesi portano comunque a casa, a parere loro, un buon bottino che proviamo a sintetizzare.
Intanto è un fatto che il “Cosentino” non è Casa della salute, ma rimane nella rete ospedaliera regionale con 60 posti letto per acuti così ripartiti: !0 in dialisi; 20 a geriatria (che ha aperto proprio ieri i ricoveri); 20 a medicina e cardiologia; 4 in regime di day hospital e 20 in riabilitazione.
Rimangono e saranno potenzio nati i lavoratori e la diagnostica per immagini ed, ovviamente, il pronto soccorso.
Il piano di riordino organizzativo è stato già presentato in regione il 27 ottobre scorso e supera quanto era stato stabilito precedentemente con la “riduzione” del presidio ospedaliero.
La deliberazione precisa che, “sulla scorta dei dati di attività, potrà modularsi, in aumento, il numero dei posti letto dell’area medica
Tutti felici e contenti?
Forse, perché il sindaco, memore delle “baggianate” del recente passato, pur dichiarandosi relativamente appagato, invita tutti a “non abbassare mai la guardia: ma ora che abbiamo come garante il Prefetto, qualcosa dovrebbe davvero cominciare a muoversi”.
Sero ripercorre le tappe salienti della battaglia pro – ospedale che, ad onor di cronaca, lo ha sempre visto in prima linea, a cominciare dai giorni caldi di agosto, quando i cittadini, esasperati, occuparono per tre giorni, la statale 106.
All’assise ci sono i sindaci di Umbriatico (Abenante); Terravecchia (Santoro), Campana (Manfredi) e Pietrapaola (Ventura), a sottolineare che il problema interessa un vasto territorio che abbraccia anche gran parte della provincia di Crotone.
Cauto ottimismo esprime Matteo cesrano della Cisl, per il quale, tuttavia, rimangono delle questioni da definire e che attengono le strutture amministrative.
Petramala ha avuto modo di ribadire che tutto ciò che non riguarda la funzione medica deve traslocare altrove.
Traduzione: gli uffici del distretto sanitario e quelli dell’ospedale devono trovarsi un’altra collocazione: “È questo il punto dolente – nota Cesarano – perché il timore è che, per risparmiare, ci si trasferisca in blocco a Rossano, dove locali liberi e di proprietà aziendale ce ne sono a iosa”.
L’assessore provinciale Leonardo Trento ritiene che è necessario insistere ancora, almeno per riattivare al più presto un blocco operatorio per i piccoli interventi ed offrire un servizio dignitoso ai cittadini che, al contrario, sarebbero costretti, anche per le minime necessità, a recarsi a Rossano.
Altra curiosità: abbiamo sentito parlare di “ospedali freddi” e “ospedali caldi”.
Ai primi sarebbe afferente il “Cosentino”, ai secondi tutte le altre strutture complesse.
Certo che a coniare fantasiosi neologismi i nostri governati non li batte nessuno.
Alla fine si accelera: incombono le partite di coppa e quaggiù, per la felicità di Silvio, sono tutti milanisti.
Ma dal fondo della platea arriva la solita nota stonata: “Forza Real”.


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